mercoledì, 26 Marzo , 2025
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L’architettura dell’Olgiata Golf Club: tra estetica, strategia e prestigio

Ci sono luoghi in cui l’architettura non si limita a essere un elemento funzionale, ma diventa parte integrante dell’esperienza. L’Olgiata Golf Club è uno di questi. Sin dalla sua fondazione nel 1961, l’Olgiata è stato più di un semplice campo da golf: è stato concepito come un’opera d’arte, un ambiente in cui natura e progettazione si fondono in un’armonia studiata nei minimi dettagli.


La visione di C. Kenneth Cotton: un campo pensato per sfidare e incantare

Il percorso originale dell’Olgiata Golf Club porta la firma dell’architetto inglese C. Kenneth Cotton, noto per la sua capacità di creare campi che unissero bellezza e difficoltà strategica. Cotton progettò il campo con un obiettivo chiaro: offrire un’esperienza di gioco variegata, in grado di stimolare sia l’abilità tecnica che l’intelligenza tattica dei giocatori.

Ogni buca del campo Ovest è stata studiata per presentare una sfida diversa: fairway ampi alternati a corridoi stretti, green difesi da bunker posizionati con precisione millimetrica, ondulazioni naturali che obbligano il giocatore a calcolare con attenzione ogni colpo. L’idea di Cotton era quella di realizzare un campo che non fosse mai ripetitivo e che, a ogni partita, rivelasse nuove difficoltà da affrontare.

Uno degli elementi distintivi della progettazione di Cotton è stata la cura per la disposizione degli ostacoli naturali. Non si tratta di un campo artificiale, in cui gli elementi paesaggistici sono imposti dall’uomo: al contrario, il percorso segue le linee del terreno e sfrutta le caratteristiche geografiche della zona, facendo sembrare ogni ostacolo una parte organica del paesaggio.

Le trasformazioni di Jim Fazio: innovazione e modernizzazione

Negli anni ’90, l’Olgiata ha subito un’importante trasformazione sotto la guida di Jim Fazio, l’architetto americano noto per il suo lavoro su alcuni dei campi più prestigiosi al mondo, inclusi il Trump International Golf Club di West Palm Beach e il Trump National Golf Club Westchester, entrambi progettati sotto commissione di Donald Trump, l’appena rieletto presidente degli Stati Uniti. All’Olgiata, Fazio non si è limitato a una ristrutturazione tecnica, ma, come suo solito, ha ridefinito il percorso in modo da renderlo più divertente, moderno e spettacolare, applicando la stessa visione ambiziosa che ha reso celebri le sue opere oltreoceano.

L’intervento più significativo è stato il rifacimento del campo Ovest nel 2012, con un’opera di restyling volta a migliorare la qualità del gioco e a rendere il percorso all’altezza delle competizioni internazionali. Fazio ha introdotto bunker più incisivi, ha ridisegnato alcuni green per aumentarne la complessità e ha lavorato sulle distanze per adeguarle alle nuove tecnologie dei bastoni da golf. L’obiettivo era chiaro: mantenere il fascino originale del campo, ma portarlo nel XXI secolo con standard da torneo.

Uno degli aspetti più apprezzati del lavoro di Fazio è stata la capacità di mantenere intatta l’essenza dell’Olgiata, pur introducendo elementi innovativi. Il risultato? Un campo che oggi offre un mix perfetto di tradizione e modernità, rendendo ogni partita un’esperienza unica.

La clubhouse di Tullio Rossi: un simbolo di esclusività e raffinatezza

Se il campo da golf dell’Olgiata è stato progettato per offrire un’esperienza di gioco eccellente, ed oggi è annoverato tra i 100 migliori campi da golf d’Europa, la clubhouse è stata pensata per essere un luogo di incontro all’insegna dell’eleganza. Progettata dall’architetto Tullio Rossi, la clubhouse dell’Olgiata non è solo un edificio, ma un’icona di stile e raffinatezza.

Rossi, noto per il suo approccio razionale all’architettura, ha creato uno spazio che fosse allo stesso tempo funzionale e scenografico. Le ampie vetrate affacciate sul campo permettono ai soci di godere di una vista spettacolare mentre si rilassano nei saloni arredati con gusto. Gli spazi interni sono stati studiati per favorire incontri e conversazioni, con zone riservate per chi cerca discrezione e intimità e aree più conviviali per le cene e gli eventi sociali.

Un elemento distintivo della clubhouse è la sua armonizzazione con il paesaggio circostante. L’edificio non è un corpo estraneo rispetto al campo da golf, ma un prolungamento naturale di questo. La scelta dei materiali, le linee architettoniche pulite e l’integrazione con il verde circostante rendono la clubhouse un punto di riferimento sia per i giocatori che per gli ospiti del club.

Un’architettura che racconta una storia

L’Olgiata Golf Club non è quindi solo un luogo dove si gioca a golf. O meglio, lo è eccome un tempio per i golfisti, ma è anche molto di più, e questa sua naturale ambizione è resa possibile proprio da un complesso architettonico pensato per offrire un’esperienza completa, in cui ogni dettaglio è stato progettato con un obiettivo preciso: la palestra, la piscina, il pro-shop, i suoi viali alberati, il campo pratica, il ristorante… Dal disegno del campo alla struttura della clubhouse, all’intero complesso incastonato nel parco di Vejo a nord di Roma, tutto concorre a creare un ambiente esclusivo ma frizzante, elegante e funzionale.

E se c’è una cosa che l’Olgiata ci insegna, è che l’architettura non è solo questione di estetica. È strategia, è esperienza, è un modo per rendere unico ogni istante vissuto tra i suoi fairway perfettamente curati e le sue sale intrise di storia e tradizione.

La Redazione
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La Redazione de Il Circolo del Golf Magazine
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