Il mondo del golf e dello sport italiano ha perso una delle sue figure più influenti con la scomparsa di Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf (FIG), morto il 3 ottobre 2024 all’età di 85 anni. Chimenti era un uomo di grande visione, determinazione e passione, capace di trasformare il golf in Italia e di portarlo su palcoscenici internazionali che sembravano inimmaginabili.
Eletto per la prima volta nel 2002, Chimenti ha guidato la FIG per oltre due decenni, lasciando un’impronta indelebile nello sport italiano. La sua visione è stata chiara fin dall’inizio: rendere il golf uno sport più accessibile e aperto a un pubblico più ampio. “Il mio sogno è far sì che il golf non sia più percepito come uno sport d’élite, ma come uno sport per tutti,” amava ripetere. Il suo impegno in questa direzione ha portato a un aumento significativo del numero di circoli, di praticanti e di eventi legati al golf in Italia.
Un’eredità di successi: la Ryder Cup a Roma
Uno dei traguardi più significativi di Chimenti è stato l’assegnazione della Ryder Cup 2023 a Roma, un evento che ha messo l’Italia sotto i riflettori del mondo golfistico internazionale. “Portare la Ryder Cup a Roma era una missione personale,” dichiarava con orgoglio. Questo evento non solo ha dimostrato la capacità organizzativa del Paese, ma ha anche creato una nuova consapevolezza verso il golf in Italia, aumentando il turismo golfistico e il prestigio delle strutture italiane.
Grazie alla sua leadership, molti circoli italiani hanno potuto investire in nuove infrastrutture, migliorando i campi da golf e i servizi offerti ai soci. Chimenti era convinto che il golf potesse essere un volano per l’economia locale, e così è stato: il numero di circoli di alta qualità è cresciuto, favorendo l’arrivo di turisti da tutto il mondo. Nonostante il suo amore per i grandi eventi internazionali, Chimenti non dimenticava mai l’importanza della base: il golf giovanile. Ha promosso innumerevoli programmi di sviluppo per i giovani, creando nuove generazioni di campioni italiani.
Il supporto ai giovani talenti e la vittoria di Molinari
Il presidente non mancava mai alle grandi competizioni, sempre vicino ai giocatori, spesso incitandoli di persona. Uno dei momenti più emozionanti per Chimenti è stato quando Francesco Molinari ha trionfato al British Open 2018, il primo italiano a conquistare questo storico torneo. “Era un sogno che si realizzava, non solo per Molinari, ma per tutto il golf italiano,” affermava con fierezza. La vittoria di Molinari è stata un simbolo del successo delle iniziative promosse da Chimenti per lo sviluppo dei giovani talenti italiani.
La sua dedizione al golf giovanile era palpabile. “Mi riempie di orgoglio vedere i nostri giovani competere e vincere,” diceva spesso durante le premiazioni. Il suo affetto per i giovani golfisti era autentico, e ha creato un ambiente in cui i nuovi talenti potevano crescere e affermarsi a livello internazionale.
Un leader instancabile e una vita per lo sport
Chimenti non era solo un dirigente sportivo. Professore ordinario di Chimica Farmaceutica presso l’Università La Sapienza di Roma, ha combinato con successo la scienza e lo sport in una carriera straordinaria. Il suo contributo al mondo dello sport è stato riconosciuto nel 2021 con il Collare d’Oro al Merito Sportivo, la più alta onorificenza conferita dal CONI.
Nonostante i problemi di salute, Chimenti era una presenza costante sui campi da golf. Anche quando le sue condizioni fisiche avrebbero potuto scoraggiarlo, non ha mai rinunciato a stare accanto ai suoi giocatori. La sua instancabile passione per il golf e la sua dedizione allo sport erano evidenti per chiunque lo conoscesse.
Un’eredità eterna
Con la scomparsa di Franco Chimenti, il golf italiano perde non solo un presidente, ma anche un uomo che ha dedicato la sua vita a trasformare uno sport e a renderlo parte integrante della cultura sportiva del Paese. “La sua eredità vivrà per sempre,” ha dichiarato Guy Kinnings, CEO del European Tour Group, sintetizzando il pensiero di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo.
La sua morte lascia un vuoto incolmabile, ma anche una strada tracciata per il futuro del golf in Italia. La sua capacità di sognare in grande, unita alla sua determinazione e al suo spirito instancabile, rimarranno un esempio per le generazioni future.