E’ una calda e luminosa mattina di luglio e stiamo per incontrare uno dei più grandi golfisti italiani di tutti i tempi, professionista dal 2014, che gareggia nell’European Tour. Parliamo di Renato Paratore, talento naturale del golf e membro della squadra Nazionale Italiana. Incredibile giocatore ventisettenne, è famoso per la grande raffinatezza sul green e per aver conquistato a soli vent’anni, con la vittoria del Nordea Masters del 2017, il titolo di vincitore più giovane di tutti i tempi sul Tour Europeo (solo Matteo Manassero ha raggiunto un simile risultato alla stessa età, nel 2013, vincendo il BMW PGA Championship).
L’epopea di Renato Paratore, nel 2013, era solo agli inizi dei suoi impressionanti successi e in quell’anno fatidico, fino al 2014, ha trionfato in numerosi tornei da dilettante:
il Junior Orange Bowl di Miami, il Portuguese Amateur Championship, il Trofeo Internazionale Umberto Agnelli, il Campionato Italiano Amatoriale e il torneo dei Giochi Olimpici Giovanili estivi.
Ha inoltre partecipato due volte alla Junior Ryder Cup, nel 2012 e nel 2014.
Con il passaggio al professionismo e l’esordio nell’European Tour a dicembre 2014 ha confermato la sua escalation da vero campione, un giocatore versatile e caparbio capace di chiudere il 2016 come numero 57 nel ranking del Tour, e numero 115 al mondo.
Dopo due anni vissuti a Dubai, nel 2023 il nostro campione ha fatto ritorno in Italia, proseguendo i suoi allenamenti con il coach dell’Olgiata Golf Club Carlo Basciu. Questo 2024 è ancora da scrivere, con i prossimi quattro tornei del Tour Europeo che lo aspettano e di cui ci ha dato qualche anticipazione in questa intervista esclusiva.
L’intervista a Renato Paratore
Ciao Renato, cominciamo dagli imminenti prossimi appuntamenti che ti aspettano
Nelle prossime settimane avrò quattro gare consecutive, di cui la prima è il Czech Masters a Praga (15 – 18 agosto), poi il Danish Open in Danimarca (22 – 25 agosto), il British Masters (29 agosto – 1 settembre) dove sono stato anche par champion, e infine l’Omega European Master al Crans Montana (sede del mitico percorso intitolato a Severiano Ballesteros, ndr.).
Come nasce il tuo rapporto con il circolo dell’Olgiata?
Ho iniziato ad allenarmi qui all’Olgiata tre anni fa con Carlo Basciu, che è tuttora il mio coach, e mi alleno quasi tutti i giorni. Il campo è sempre bellissimo, e mi trovo molto bene.
Quindi anche se sei romano, non hai iniziato a giocare a golf in questo circolo. Raccontaci il tuo percorso
Essendo di Roma nord, ho iniziato a giocare al Parco di Roma Golf Club fino ai miei vent’anni, ma successivamente ho deciso di cambiare e sono approdato qui all’Olgiata.
Con Carlo, come ti trovi?
Molto bene, lui è un grande professionista ed anche una persona simpatica quindi riusciamo a bilanciare bene il duro lavoro fatto insieme con momenti di maggiore leggerezza.
Quale caratteristica ti affascina di più del campo dell’Olgiata?
Tecnicamente è molto selettivo, ha degli shot per niente facili quindi è perfetto anche per allenarsi prima di andare in gara sui campi del Tour.
So che hai vissuto qualche anno a Dubai prima di tornare a Roma. Che clima si respira lì in ambito golfistico, e come ti sei trovato?
Il golf a Dubai si è sviluppato tanto negli ultimi anni; tutti i campi sono molto ben curati e selettivi, proprio per accogliere il turismo golfistico. Mi sono trovato molto bene. Chiaramente non ho vissuto a Dubai tutto l’anno perché sono stato in gara per la maggior parte del tempo. Considerate le alte temperature, inoltre, andavo a giocare la mattina e poi il pomeriggio/sera mi piaceva molto andare al mare per rilassarmi in spiaggia.
Rispetto all’Italia che differenze hai notato?
A Dubai la qualità dei campi è molto alta, nonostante la temperatura costantemente calda tra i 30 e i 40 gradi si faccia sentire e richieda una manutenzione speciale. Anche da noi, in Italia, lo stato dei campi è buono, e l’Olgiata a mio parere è il più bel campo che abbiamo nel Paese.
Ci sono stati due o tre momenti topici nella tua carriera golfistica che porti nella memoria e che hanno segnato il tuo percorso?
Sicuramente aver partecipato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (che si sono svolte a causa della pandemia da covid-19 nel 2021, ndr.). E’ stata un’emozione pazzesca! E poi direi le mie due vittorie al Nordea Masters (2017) e al British Masters (2020). Devo dire che anche queste sono state incredibili!
Ricordiamo ai nostri lettori di quali anni stiamo parlando…
Ho disputato il Nordea Masters nel 2017 e il British Masters nel 2020.
Il 2017 so che è stato un anno pazzesco per te: ti sei classificato nell’European Tour come il vincitore più giovane…
Sì sono stato uno dei giocatori più giovani della storia!
Ci sono stati dei momenti nella tua vita – potremmo chiamarli “sliding doors” in omaggio al film – in cui a posteriori ti sei detto “se avessi fatto una scelta diversa, sarebbe stato meglio…” o “forse la mia vita sarebbe cambiata se…”?
Beh, ho intrapreso la scelta del golf molto rapidamente. Già all’età di 15 anni dissi a mia madre che avrei voluto fare questo nella vita. Ho sempre desiderato giocare a golf a livello professionistico. Effettivamente mi piace molto la finanza, quindi chissà, magari avrei potuto intraprendere anche quello di percorso… ma in realtà non ci ho mai pensato seriamente! Per adesso, la mia vita è dedicata al golf.
Anche perché questo potrai farlo, se lo vorrai, anche successivamente, dopo la carriera sportiva... E invece qual è la cosa che ti piace di più del golf, il motivo per cui lo hai scelto non solo come sport, ma come ragione di vita?
Mi sono sempre piaciuti gli sport individuali e del golf mi ha sempre affascinato il fatto che per completare le 18 buche dovevo isolarmi. Ero io contro il campo.
Se ben ricordo hai cominciato a giocare all’età di 8 anni, accompagnato da tua madre per la prima volta. Lei era una golfista?
No nessuno in famiglia. E’ strano, eh?! Di solito c’è sempre un familiare golfista! Mia madre un giorno mi ha portato in un circolo e un suo amico mi ha fatto provare a giocare. Da quel momento è stato amore a prima vista.
Ti ricordi la sensazione che hai provato, pur essendo un bambino?
Ricordo che i primi colpi mi riuscivano bene, quindi sai, quando si è bambini e una cosa ti riesce bene ti gasi, e vuoi farlo ancora e ancora!
Come sarà l’ultima parte di questo 2024 per Renato Paratore?
Sono fiducioso. Ora ci sono tutte le gare europee da giocare e conosco molto bene i campi,
quindi non vedo l’ora di iniziare!