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Tra narrativa e golf, l’intervista a Francesca Cosentino, autrice di “Stella Benson. La cacciatrice di parole”

La figura di Stella Benson, icona letteraria del primo Novecento, rivive attraverso le parole di Francesca Cosentino nel suo ultimo libro “Stella Benson. La cacciatrice di parole”. Quest’opera, che intreccia realtà e finzione, è la prima biografia romanzata della scrittrice inglese attiva tra gli anni Venti e Trenta: autrice innovativa, disegnatrice e viaggiatrice, amica di Virginia Woolf. Una donna decisamente avanti rispetto al suo tempo e ingiustamente dimenticata, come ci svelerà la sua autrice Francesca Cosentino, giornalista RAI alla sua prima prova nella narrativa, e grande appassionata di golf.

La fusione di realtà e fantasia nella “cacciatrice di parole” 

Dalla sua pubblicazione – a cura di Morellini Editore (collana Femminile singolare) – il romanzo “Stella Benson. La cacciatrice di parole” è stato già presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma e all’Olgiata Golf Club (in occasione dei novant’anni dalla morte di Stella Benson, il 6 dicembre, ndr.); prossimamente verrà accolto in altre prestigiose location tra Milano, Torino e Firenze, nonché al Book Club Italian Women di New York.

Stella Benson La cacciatrice di parole Copertina jpg
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Il libro di Francesca Cosentino, pubblicato recentemente da Morellini Editore, si distingue per l’originale fusione di elementi biografici e narrativi. Come spiega l’autrice, “Questa non è una biografia, ma un’opera di fantasia parzialmente ispirata alla vita della scrittrice Stella Benson”. Cosentino si avvale di un’approfondita conoscenza della vita e delle opere dell’autrice inglese (nata nel 1892) per dar vita a un racconto che, pur essendo in parte immaginario, mantiene un solido ancoraggio alla realtà storica e culturale dell’epoca.

A tu per tu con Francesca Cosentino

In seguito alla presentazione del romanzo “Stella Benson. La cacciatrice di parole” nella club house dell’Olgiata Golf Club, abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda all’autrice, grande appassionata di questo nobile sport.

Un ritratto di Francesca Cosentino jpg

Ispirandoci a questa splendida location dove hai scelto di presentare il tuo primo romanzo, sono curiosa di sapere subito qual è il tuo rapporto con il golf

Lo amo tanto, è uno spazio libero, personale, che mi fa stare bene. Dal golf si traggono vere e proprie lezioni di vita. Si impara che i giorni positivi ti danno tanta carica, la quale ti aiuta ad affrontare i giorni a seguire, che possono essere anche negativi. E’ come nella vita, un susseguirsi di up and down. Nel golf bisogna migliorarsi sempre, ricordarsi le palle buone e dimenticare invece quelle meno buone. Come dice il mio maestro, bisogna sempre essere fieri di giocare.

Come hai iniziato a giocare?

Ho iniziato da bambina con mio padre. Una parte della famiglia di madre vive in Inghilterra da molti anni, e da che io ricordi ho sempre desiderato imparare a giocare: adoro il verde, camminare, concentrarmi, e amo quella sensazione del flow nel gioco, in cui non penso a nient’altro e mi sento come in una bolla. Mi piace molto anche la compagnia, giocare con le amiche.

Del campo dell’Olgiata Golf Club cosa ami in particolare?

Adoro le prime 9 buche del percorso ovest. Le successive 9 sono più sfidanti, e nel complesso costituiscono un percorso bellissimo.

Qual è stato il motore che ti ha spinto a dedicarti alla narrativa, quindi ad un tipo di scrittura molto diversa rispetto a quella giornalistica?

La scrittura giornalistica è più semplice, immediata; la narrativa invece ti dà l’occasione per una maggiore profondità, e allo stesso tempo anche maggiore libertà nella scelta delle parole. Ma sia nel caso della narrativa sia in quello della scrittura di un giornale, ciò che conta è la cura formale, la precisione del linguaggio. Nella scrittura giornalistica serve molto rigore, la scelta della parola corretta è fondamentale per far passare il giusto messaggio. Ogni parola ha il suo valore, e metto la stessa cura nella scelta dei titoli del giornale come nella scrittura di un romanzo.

Com’è nato l’interesse per la figura di Stella Benson?

Direi che fa parte del mio percorso di studi da sempre. Sono laureata in Letteratura inglese, e mi sono imbattuta per la prima volta nel nome di Stella Benson leggendo l’indice delle lettere di Virginia Woolf. Sono andata in Inghilterra e ho fatto delle ricerche sui suoi libri in varie biblioteche. Tornata in Italia, con molto materiale e fotografie, e dopo tante letture, ho deciso di mettermi a scrivere il romanzo, unendo sostanzialmente due personaggi: quello della vera Stella, e quello di fantasia. L’opera che ho scritto è di finzione, ma basata su dati reali della sua biografia.

E’ stata una bella sfida, perché precedentemente avevo pubblicato solo due opere di saggistica, e di argomento totalmente diverso: una edita da De Agostini, l’altra da Hoepli. Stella Benson l’ho conosciuta che ero ventenne, e mi ha colpito subito il fatto che fosse una grandissima artista ma totalmente sconosciuta e dimenticata, quindi questo mio libro è una sorta di cold case della letteratura. In vita ha goduto di una certa fama letteraria, era anche una bravissima disegnatrice, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale sembra che sia un po’ uscita di moda, e poi immeritatamente dimenticata.

Cosa ti affascina di Stella, se potessi scegliere una caratteristica che te l’ha fatta amare?

Senza dubbio se dovessi prendere un esempio di vita da Stella Benson, direi che mi hanno colpito il suo coraggio, la determinazione, intraprendenza e indipendenza. Ho sempre amato anche il suo desiderio di curiosità, il suo essere visionaria e un esempio per le giovani generazioni: una donna malata, che ha viaggiato tantissimo da sola, mantenendo sempre vivido l’impegno sociale parallelamente a quello letterario.

C’è un passo del libro a cui sei particolarmente legata?

Il romanzo si snoda attraverso il punto di vista di cinque narratori differenti che raccontano Stella Benson nelle varie fasi della sua vita. Un capitolo è narrato proprio da lei in prima persona, ed è forse quello più emotivo, un flusso di coscienza, il dramma di questa donna giovane che si trova alla fine della sua vita. Anche il capitolo ambientato nella casa di Virginia Woolf nel Sussex (il terzo, ndr.) lo amo molto, perché è dedicato alla letteratura dell’epoca.

Hai in cantiere già un altro romanzo?

Sì, lo sto già scrivendo. Sarà la vita di un’altra donna straordinaria, ispirato ad un personaggio della mia famiglia ma completamente romanzato. Nel frattempo, continuo a dedicarmi alla promozione del romanzo su Stella Benson, al quale tengo molto.

In attesa di partecipare alla nuova presentazione di “Stella Benson. La cacciatrice di parole” a Roma, in una location del quartiere Prati il 24 gennaio 2024, ringraziamo Francesca Cosentino per averci aperto gli occhi e il cuore su un mondo letterario sconosciuto ai più, e che molto ha da insegnare alle nuove generazioni… come il golf!

Virginia Rifilato
Virginia Rifilato
Giornalista, redattrice e copywriter. Direttrice del primo magazine dedicato ai circoli di golf italiani.
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