venerdì, 25 Aprile , 2025
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Golf e consumo idrico: un equilibrio difficile

Il dibattito sul campo consumo di acqua da parte dei vari circoli di golf italiani porta alla luce un problema ampiamente trattato: la sostenibilità idrica di queste strutture. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), un campo da golf medio in Italia consuma tra i 100.000 e i 200.000 metri cubi d’acqua all’anno, l’equivalente del fabbisogno idrico di un paese di 10.000 abitanti. Non è un caso se in alcune regioni particolarmente aride, come la California o l’Andalusia, siano state introdotte severe restrizioni sull’irrigazione dei campi da golf, in particolare nei periodi di siccità. Ma l’Italia è davvero pronta a gestire queste problematiche? In molte aree del paese, la scarsità d’acqua è già una realtà con cui cittadini e agricoltori devono fare i conti, e l’idea di destinare ingenti risorse idriche a un’operazione di questo tipo solleva inevitabili perplessità. Alcuni campi stanno adottando soluzioni più sostenibili, come l’uso di acque reflue depurate o la scelta di prati meno idroesigenti, ma si tratta di eccezioni e non ancora di una norma consolidata. Benevento sarà un caso virtuoso o rischia di alimentare un modello insostenibile?


Il consumo idrico dei campi da golf è un tema spesso dibattuto, con stime che variano notevolmente a seconda delle fonti e delle pratiche di gestione adottate. Secondo l’Associazione Europea del Golf, un campo da golf medio a 18 buche consuma circa 2.000 metri cubi d’acqua al giorno, equivalenti al fabbisogno idrico quotidiano di una comunità di 8.000-9.000 persone. Tuttavia, questi dati possono variare in base a diversi fattori, tra cui il clima locale, il tipo di terreno e le tecniche di manutenzione impiegate.

È importante notare che molti circoli golfistici stanno implementando strategie per ridurre il consumo d’acqua. Ad esempio, l’adozione di varietà di tappeto erboso più resistenti alla siccità, come la Bermuda grass, può portare a una riduzione del consumo idrico fino al 50%. Inoltre, l’utilizzo di sistemi di irrigazione efficienti e la raccolta di acque piovane sono pratiche sempre più diffuse per ottimizzare l’uso delle risorse idriche.

Nel caso specifico dell’Olgiata Golf Club, il suo superintendent, quando intervistato da noi, ha evidenziato che, grazie all’implementazione di tali misure sostenibili, il consumo d’acqua è significativamente inferiore rispetto alle stime più elevate riportate in letteratura. Questo suggerisce che, con una gestione attenta e l’adozione di tecnologie avanzate, è possibile mantenere un campo da golf in condizioni ottimali riducendo al minimo l’impatto sulle risorse idriche locali.


Golf, territorio e speculazione

Il golf viene spesso presentato come un’opportunità di sviluppo economico e turistico per un territorio. E in effetti, quando gestito correttamente, può esserlo. In Spagna, la Costa del Sol ha costruito un’intera economia attorno ai suoi 70 campi da golf, attirando ogni anno centinaia di migliaia di turisti con un indotto che supera i 2 miliardi di euro annui. Tuttavia, non sempre questi investimenti si traducono in benefici diffusi. In Italia, numerosi progetti di campi da golf si sono rivelati meri strumenti speculativi immobiliari, con aree verdi destinate a ospitare lottizzazioni residenziali di lusso più che a favorire il turismo sportivo. Il caso del San Domenico Golf, in Puglia, è tra i pochi esempi di successo, dove un campo è riuscito a valorizzare il territorio senza stravolgerne l’identità. A Benevento, invece, resta da capire chi saranno i veri beneficiari dell’operazione: il territorio e la comunità locale o pochi grandi investitori? La storia insegna che senza trasparenza e controlli rigorosi, il rischio di trovarsi di fronte a un progetto sbilanciato a favore di interessi privati è tutt’altro che remoto.

Calcio vs. Golf: Chi Consuma Più Acqua in Italia?

Quando si discute di consumo idrico negli impianti sportivi, il golf è spesso al centro dell’attenzione. Tuttavia, potremmo azzardare un confronto con i campi da calcio, molto più numerosi, per un’analisi ulteriore.

Un campo da calcio regolamentare misura 7.140 metri quadrati, mentre un campo da golf da 18 buche copre in media 650.000 metri quadrati. In Italia esistono circa 24.139 campi da calcio, per un totale di 172 milioni di metri quadrati, mentre i 367 campi da golf occupano complessivamente 238 milioni di metri quadrati.

Sebbene i campi da golf siano più intensivi nell’uso dell’acqua per ettaro, anche i campi da calcio, essendo molto più numerosi, hanno un impatto idrico non trascurabile. Focalizzarsi solo sul golf rischia di distogliere l’attenzione da una discussione più ampia, ovvero la gestione sostenibile nei campi sportivi e, ancora oltre, dell’acqua in generale, in Italia. È fondamentale applicare strategie efficienti di irrigazione a tutti i livelli, ci sentiamo di concludere. Per rimandare ulteriori approfondimenti in futuro. Un dibattito, insomma, che vale la pena tenere aperto. ​

La Redazione
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La Redazione de Il Circolo del Golf Magazine
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