Un’appassionante storia di famiglia che ha fatto dello sport più praticato al mondo, il golf, il suo marchio di fabbrica. Parliamo di Silvio Grappasonni e di suo padre Ugo, uno dei più grandi giocatori di ogni epoca, membro di quei famosi “tre Moschettieri” che hanno contribuito alla fortuna del golf italiano nel mondo. Silvio, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, è stato un giocatore professionista fino al 2000, considerato tra i primi 5 golfisti del mondo nonché numero 2 del campionato italiano.
Durante i suoi vent’anni di carriera professionistica, iniziata negli anni Ottanta, ha disputato moltissime gare in tutto il mondo: ricordiamo, tra le altre, la World Cup e l’European Tour. Classe ‘62, Silvio Grappasonni si è successivamente dedicato alla cronaca sportiva e tuttoggi (da ben 15 anni) ricopre il ruolo di telecronista per Sky Sport in occasione dei principali eventi golfistici della stagione. Socio onorario all’Olgiata Golf Club, famoso circolo romano dove lui e il padre hanno giocato da amatori (in compagnia anche di noti attori hollywoodiani, come vedremo successivamente), durante questo esclusivo incontro ci ha raccontato qualche simpatico aneddoto sulla sua giovinezza e sul padre Ugo Grappasonni, rievocando gli “anni d’oro” del golf italiano e internazionale.

Raccontandoci della “pericolosa” scelta fatta, ovvero percorrere la stessa strada del padre nel mondo del golf, Silvio ha rievocato durante l’intervista vari aneddoti emozionanti della sua infanzia e del padre Ugo, dei primi viaggi all’estero di questi, negli anni Cinquanta, quando era difficile anche solo telefonare perché i cellulari ancora non esistevano, e il golf era un mondo nuovo, tutto da scoprire e da vivere tra mille imprevisti.
Ci ha raccontato anche di quando l’Olgiata Golf Club era frequentato dalle troupe cinematografiche e dai grandi attori di Hollywood (anni Ottanta e Novanta) come Charlton Heston, e della volta in cui Ugo Grappasonni fece un cameo in un film di Ettore Scola insieme ad Alberto Sordi. E soprattutto, Silvio Grappasonni ci ha raccontato di quel giorno fatidico in cui fece 9 buche con Sean Connery, di cui riportiamo un estratto dell’intervista:
“Un giorno ricordo che ero all’Olgiata Golf Club, squilla il telefono fisso (i cellulari ancora non c’erano), arriva il ragazzo che lavorava nel campo pratica e mi dice che c’era mio padre al telefono. Rispondo, e mio padre, da tipico romano che non si ricorda mai i nomi, mi dice: “Vieni giù che c’è coso, quello che fa 007, vuole fare 9 buche insieme a te.” io gli attacco il telefono pensando che non fosse vero, ma poi mi richiama nuovamente. Alla fine scendo, e mi ritrovo davanti Sean Connery, che oltretutto era il mio idolo, un cristone alto un metro e 90!
Le socie erano tutte impazzite intorno a lui. Ci mettiamo un po’ a parlare, io lo chiamavo “Mr. Connery”, e ci dirigiamo verso il campo quando lui mi dice “Please, call me Sean”, e lì ho sentito il jingle di 007 (“Il mio nome è Bond, James Bond”, ndr). Abbiamo fatto queste 9 buche, ricordo peraltro che giocava piuttosto bene, da perfetto scozzese appassionato di golf.”
Questo simpatico aneddoto e molti altri sul mondo del golf, e sull’approccio di Silvio Grappasonni a questo sport, li troverete sul n. 4 della rivista HGMag – Hickory Golfers Magazine nell’intervista “Un caffè con Silvio Grappasonni: 9 buche con Sean Connery“, distribuita a giugno 2023 su Amazon (cartacea) e in pdf sulla piattaforma Calameo (a questo link, il pdf del numero 3).