La “Rivitalizzazione del Golf in Italia” è una tematica che sta guadagnando sempre più attenzione nel panorama sportivo e turistico nazionale. In un contesto in cui il golf è stato a lungo percepito come uno sport d’élite, ci sono segnali crescenti di una sua democratizzazione e di un ampliamento della sua accessibilità. Le strategie di rivitalizzazione includono la collaborazione tra golf club, enti locali e settori turistici, come evidenziato dal caso di Salsomaggiore. Questa località ha visto un rinnovato interesse verso il proprio golf club grazie a un’efficace strategia di marketing e a iniziative innovative volte a rendere il golf più accattivante e accessibile ai principianti, oltre a sfruttare la sinergia con le attrazioni locali come le terme e le cantine vinicole.
Golf: potenziale motore del Turismo
La “Rivitalizzazione del Golf in Italia” si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione delle risorse locali. Golf club come quello di Salsomaggiore hanno capito l’importanza di integrare l’offerta golfistica con le attrazioni turistiche locali. Il successo di questa strategia è evidente nell’aumento delle presenze e degli abbonamenti, soprattutto grazie all’attrattiva di giocatori da fuori provincia e dall’estero. Questi risultati sono il frutto di un lavoro sinergico che va oltre il semplice sport, coinvolgendo la gastronomia locale, le strutture termali e la viticultura, creando un pacchetto turistico completo e allettante. La combinazione di golf, vino e terme si sta rivelando una formula vincente, capace di attirare non solo gli appassionati di golf, ma anche coloro che cercano un’esperienza turistica diversificata e di qualità.
Il direttore del golf club di Salsomaggiore, Alessandro Carrara, ha illustrato progetti e prospettive per l’anno nuovo su golf e turismo: “Grazie alla collaborazione con il Golf del Ducato di Parma tutto fa presagire una costante crescita per abbonati e presenze giornaliere anche nella stagione 2024. Aumenta in numero di giocatori da fuori provincia e in costante aumento sono anche le richieste delle associazioni che, durante la stagione, vengono con gruppi numerosi, tali da portare indotto anche alla città di Salsomaggiore con l’occupazione di camere e ristoranti”
Ecco un esempio di come le sinergie tra diversi club possono portare benefici tangibili, sia in termini di aumento degli abbonati sia per quanto riguarda le presenze giornaliere.
L’aumento dei giocatori provenienti da fuori provincia e l’interesse crescente da parte delle associazioni che portano gruppi numerosi indicano non solo una maggiore visibilità e attrattiva dei club italiani, ma anche un impatto economico più ampio sulla comunità locale. Un potenziale che sta cominciando ad esprimersi. Un motore che è ripartito. Ora il golf italiano è chiamato a incentivare questo tipo di collaborazioni e iniziative rafforzando il legame tra il golf e turismo, creando opportunità non solo per i golf club, ma anche per altre attività commerciali locali come alberghi e ristoranti.
La situazione di Salsomaggiore, pertanto, sembra riflettere una tendenza più ampia nel golf italiano, dove l’integrazione del golf con altre attrazioni turistiche e l’adozione di strategie di marketing mirate stanno contribuendo alla rivitalizzazione del settore. Questo approccio potrebbe essere un modello per altri club che cercano di espandere la loro base di giocatori e di aumentare il loro impatto economico locale.
Democratizzazione e accessibilità del Golf
Un altro aspetto fondamentale della “Rivitalizzazione del Golf in Italia” è la democratizzazione di questo sport, storicamente percepito come elitario. Golf club come quello di Salsomaggiore stanno adottando misure per rendere il golf più accessibile e invitante per i principianti.
Corsi a prezzi calmierati e tariffe speciali per i nuovi abbonati sono solo alcuni esempi di come i club stiano lavorando per abbattere le barriere all’ingresso e attrarre un pubblico più ampio. Questo approccio non solo aumenta il numero di giocatori, ma contribuisce anche a cambiare la percezione del golf, rendendolo uno sport più inclusivo e aperto a tutti. L’integrazione di strutture di ospitalità di qualità e ristorazione di alto livello all’interno dei club rappresenta un ulteriore passo verso un’esperienza di golf più accogliente e completa.
Contesto e sviluppo di golf e turismo in Italia
Il contesto attuale
Analizzando i dati più recenti, si nota che il golf in Italia è in una fase di evoluzione, sebbene presenti alcune sfide. La stagione 2021 ha registrato un totale di 91.956 tesserati, con un incremento del 5,75% rispetto all’anno precedente, riportando il golf ai livelli di popolarità del 2014. Questo dato suggerisce una ripresa, ma allo stesso tempo mette in luce la distanza ancora da colmare rispetto ai picchi precedenti, come nel 2011, quando i tesserati superavano i 100.000. Di potenziale, appunto, si tratta. Qualcosa che va sostenuto e coltivato, con una visione davvero nuova che possa guardare alle pratiche più efficaci di altri Paesi dove il golf è ben più diffuso.
Esaminando la situazione più generale, scopriamo che l’Italia si posiziona al 14° posto in Europa, dietro a nazioni con popolazioni meno dense come Austria, Svizzera, Norvegia, Danimarca e Finlandia. Tuttavia, è interessante notare che, nonostante il numero relativamente basso di tesserati, l’Italia dispone di un numero significativo di campi da golf a 18 buche, 134 per l’esattezza, che la colloca al 10° posto in Europa.

Guardando al contesto europeo, il numero totale di golfisti tesserati è di 4.328.174, con una crescita di quasi 200.000 unità dal 2019, indicando che, a differenza di quanto si possa pensare, la pandemia ha contribuito positivamente al rilancio del golf in Europa. Paesi come Inghilterra e Svezia hanno visto un incremento notevole di tesserati, rispettivamente di 63.500 e 54.589 nel biennio 2019-2021.
In Spagna, uno dei paesi più noti per il golf turistico, ci sono 402 golf club, e il Paese si posiziona al 7° posto in Europa per numero di campi da golf. Questa nazione ha visto una diminuzione di 35.377 tesserati nel biennio osservato, suggerendo che anche i paesi con una solida tradizione golfistica possono affrontare sfide.
L’esempio della Spagna, così come quello dell’Inghilterra e della Svezia, può fornire spunti interessanti per la crescita del golf in Italia. Un aspetto importante da considerare è il potenziale del turismo golfistico, settore in cui la Spagna eccelle e che potrebbe essere una chiave per il rilancio del golf anche in Italia. Inoltre, l’incremento dei tesserati in paesi come l’Inghilterra e la Svezia dimostra che l’interesse per questo sport è in crescita, e l’Italia post Ryder Cup potrebbe trarre vantaggio dall’adozione di strategie simili per promuovere il golf sia a livello locale che turistico.
Infine, va notato che la distribuzione geografica dei golfisti in Italia è disomogenea. Regioni come la Lombardia e il Lazio hanno mostrato un incremento significativo di tesserati, con circoli come l’Olgiata Golf Club a trainare il gruppo, mentre altre regioni come il Veneto hanno registrato una diminuzione. Questa disparità regionale è in parte influenzata dalla localizzazione dei circoli golfistici e dalla loro gestione.

Prospettive di crescita
Nel grafico sopra riportato i numeri in Italia non tengono conto degli ultimi mesi, e di quelli che stiamo vivendo, e quindi non mostrano quanto “l’effetto Ryder Cup” abbia influito nella più recente crescita. Antonio Noto, esperto del settore e titolare della società che ha realizzato un recente sondaggio, ha osservato che c’è un potenziale di crescita significativo per il golf in Italia, nonostante le difficoltà attuali. La scarsa diffusione dei campi da golf, soprattutto in prossimità delle aree urbane, è un ostacolo significativo per la pratica e la diffusione di questo sport. Questo limita l’accesso e la praticità, soprattutto per i nuovi giocatori.
“Questi numeri – afferma Antonio Noto commentando i risultati della ricerca – certificano un potenziale di crescita molto forte, che attualmente si scontra però con delle difficoltà oggettive. I campi da golf non sono diffusi capillarmente sul territorio come quelli da calcio o quelli da tennis. Spesso sono molto lontani dalle aree urbane e difficilmente raggiungibili: nella realtà questo gioco non si può praticare agevolmente. Abbiamo visto che la domanda esiste, ora si tratta di costruire l’offerta”.