giovedì, 6 Febbraio , 2025
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La voce femminile del golf: Intervista a Gaia Zonchello

Prima donna in assoluto a diventare arbitro ufficiale del circuito maggiore europeo, Gaia Zonchello ha molti assi nella manica. Grande sostenitrice del golf femminile, ha iniziato la sua carriera ventritre anni fa nell’European Tour Group, ricoprendo vari incarichi che l’hanno portata a compiere quella fatidica scelta che, talvolta, può cambiare la vita di una persona.

Nel 2019, infatti, decide di tentare la strada per diventare arbitro di gara, laddove nessuna donna era ancora mai arrivata. Il golf infatti è notoriamente uno sport maschile, forse addirittura maschilista se pensiamo all’infelice acronimo, a metà tra leggenda e realtà, della parola “golf” (Gentlemen Only Ladies Forbidden, Ndr), uno sport nel quale le donne sono state ammesse in ritardo, e dove gli uomini la fanno sostanzialmente da padrone sia come numero di giocatori, che come presenze in gara e anche come valore dei montepremi in palio rispetto ai circuiti femminili. Ho avuto il piacere di chiacchierare con lei nella splendida terrazza dell’Olgiata Golf Club, il circolo di cui è Vice Presidente, per sentire dal vivo qualche commento sul ruolo che ricopre e su questo affascinante sport.

Da dove è iniziato tutto, Gaia?

“Quando ho iniziato a lavorare per lo European Tour Group, nel 2000, avevo un altro ruolo rispetto a quello che ricopro oggi. Ho iniziato come segreteria di torneo, quindi giravo il mondo seguendo le gare. Ero già arbitro di circolo, avevo fatto un paio di esami senza credere molto nella possibilità di crescere in questo ambiente. Nel 2018 mi fu chiesto se volessi intraprendere la carriera di arbitro, e mi sono presa qualche mese per pensarci. Mi era stato detto chiaramente che mi sarei dovuta impegnare molto, perché niente mi sarebbe stato regalato solo perché ero una donna.

Nel gennaio 2019 c’è stato uno stravolgimento delle regole del golf, che sono diventate 24, rispetto alle 34 che erano precedentemente (oggi, invece, sono 25, perché ne è stata aggiunta una ad hoc per i disabili, Ndr.), e qualche mese dopo – era ottobre – partecipai a un briefing con dei rappresentanti dell’R&A sulle nuove regole e i cambiamenti importanti che erano subentrati. Uscita da lì ho detto al mio capo che mi sarebbe piaciuto perseguire in quella direzione, anche se non mi fossi aggiudicata quel lavoro. E due settimane dopo, invece, mi confermarono che ce l’avevo fatta.”

LOlgiata Golf Club visto dal campo
La club house dell’Olgiata vista dal campo

Il golf è l’unico sport dove si è arbitri di se stessi, quindi l’etica di gioco viene prima di tutto. Ma ciò non significa che nelle gare ufficiali gli arbitri non siano presenti. Anzi. Come si interviene in una gara e quando, considerando che un arbitro, data la grande estensione dei campi da gioco, non può avere occhi ovunque?

“Innanzitutto come arbitro parto dal presupposto che ogni giocatore sia onesto. Io sono a disposizione, ma ogni giocatore deve rispettare se stesso, gli altri e il gioco. A livello professionistico, noi arbitri interveniamo se siamo chiamati a farlo. In campo siamo contemporaneamente circa 6 – 10 giudici di gara. A volte veniamo chiamati con un fischio, o a volte un giocatore fa un cenno di saluto da lontano e capiamo che ha bisogno di noi; o ancora possono chiamarci via radio, e allora arriviamo sul luogo del delitto!

A quel punto possiamo trovare varie situazioni, perché il golf ha tante variabili, tante conseguenze differenti; è uno sport molto diverso da quelli che si praticano in uno stadio come il calcio, il rugby o il tennis. Nel golf una situazione può comportare esiti disparati: per esempio se una palla si è mossa accidentalmente bisogna vedere chi ha causato il movimento, se un giocatore, un altro, o il vento… e a quel punto sei tu, arbitro, a dover decidere. E ogni decisione comporta una penalità differente, ci sono tante sfaccettature…”

il golf ha tante variabili, tante conseguenze differenti; è uno sport molto diverso da quelli che si praticano in uno stadio come il calcio, il rugby o il tennis.

Ti piace il tuo lavoro?

“A me piace molto il mio lavoro, e devo dire che non me lo sarei mai aspettata.”

Un giocatore sul campo dellOlgiata 2
Un giocatore sul campo dell’Olgiata

Quest’anno, in cui Roma e l’Italia sono sotto i riflettori di tutto il mondo per la Ryder Cup, ricoprirai un ruolo importante

Sono direttore di torneo della Junior Ryder Cup. Si tratta di una gara tra giovani dilettanti under 18: 6 ragazze e 6 ragazzi europei, contro 6 ragazzi e 6 ragazze americani. Come direttore di torneo mi occuperò un po’ di tutto, ma durante la competizione sarò anche in campo come arbitro.

Sarà un match play che si disputerà tra il 26 e il 28 settembre, ovvero un incontro giocato buca per buca tra i due team che sono avversari diretti: Team Europe (capitanato da Stephen Gallacher) e Team USA (guidato da Paul Levy). Una volta terminata la Junior Ryder Cup il giovedì, avrò il privilegio di arbitrare anche la Ryder Cup insieme al mio collega e amico Sebastiano Torrisi. È un’emozione indescrivibile e un grande onore quello di poter seguire le orme del nostro mentore, Niccolò Nesti, unico italiano ad aver arbitrato finora questa prestigiosa competizione. ”

All’Olgiata Golf Club sei stata eletta Vice Presidente e con il Consiglio avete già onorato quasi 4 anni di mandato. Cosa rappresenta per te questo incarico?

Il valore più grande di far parte del Consiglio è la possibilità di essere a disposizione dei soci, e di ascoltare. Quando lavoravo in ufficio, prima di diventare arbitro, mi capitava di sentire tante critiche sui giudici di gara. Questa esperienza mi ha aiutato ad avere una visione ampia, che è stata utile anche qui al circolo. Il nostro club è un posto che amo tantissimo, perché qui sono cresciuta.

La casa dove sono nata era sul tee della buca 17. Quando ho iniziato a lavorare nel mondo del golf, però, ho smesso di giocare. Sono tornata 8 anni fa. L’Olgiata è un circolo meraviglioso, sicuramente uno dei 3 campi più belli d’Italia, che vanta una club house progettata da Tullio Rossi, un architetto che ha studiato davvero ogni particolare di questo luogo, compreso l’affaccio (riesci a mangiare quasi 300 giorni l’anno in terrazza!), e l’interno è stato disegnato sul modello di una nave.”

Uno scorcio della club house dellOlgiata 1
Uno scorcio della club house dell’Olgiata

La tua famiglia mi sembra abbia una storia golfisticamente importante…

“I miei genitori si sono conosciuti sul campo del Circolo del Golf Roma Acquasanta. Mia madre è stata campionessa italiana a squadre, e ha conosciuto mio padre lì. Successivamente sono venuti a vivere all’Olgiata. Quindì sì, sono nata con i bastoni in mano! Anche mio fratello e le mie sorelle giocano bene a golf e mia sorella Barbara, che mi ha molto aiutata e guidata in alcune scelte lavorative, è stata per molti anni Direttore del Comitato Organizzatore dell’Open d’Italia.”

Il futuro dell’Olgiata, qual è?

Vorremmo puntare a raggiungere gli 800 soci ed avere solo gare importanti, con premi di rilievo, come era nei ricordi di quando ero bambina. Dobbiamo far funzionare questa Ferrari che abbiamo, riportarla ai lustri di un tempo.”

Virginia Rifilato
Virginia Rifilato
Giornalista, redattrice e copywriter. Direttrice del primo magazine dedicato ai circoli di golf italiani.
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