Luca, è un grande piacere poterti intervistare e poter raccontare ai nostri lettori qualche simpatica novità che riguardi il golf; in particolare siamo rimasti affascinati dal particolare tipo di insegnamento che hai inventato (possiamo dirlo senza troppi misteri!) e che ti è valso il premio agli ultimi Italian Golf Awards di Franciacorta. Cominciamo con il raccontare chi sei e da dove nasce la tua passione per questo sport…
“Ciao Virginia, ciao a tutti i lettori de Il Circolo del Golf, e grazie per questa opportunità! Sono appassionato di golf da sempre, ho cominciato a giocarlo talmente presto che credo di aver iniziato a fare lo swing ancor prima di saper scrivere il mio nome. Per adesso ho imparato discretamente a scrivere il nome, ma per quanto riguarda lo swing ci sto ancora lavorando..!
Avendo cominciato così presto a giocare, è inevitabile che io abbia affrontato il golf con naturalezza, anche se non senza difficoltà; ad aiutarmi c’è stato senza dubbio l’approccio geometrico e matematico che ho applicato anche a questo sport e che mi ha portato inevitabilmente a interrogare i numeri che risultano dall’analisi del gioco e dello swing: questo dettaglio è forse quello che mi ha spinto più di altri a fare il maestro di golf, scelta che a suo tempo non fu per niente scontata…”
Vogliamo raccontare in cosa consistono queste video lezioni (a nostro parere uniche e utilissime!) per le quali sei stato premiato ai recenti Italian Golf Awards?
“Le video lezioni, che da più di vent’anni aggiorno continuamente e per le quali sono stato premiato agli Italian Golf Awards, sono niente di meno che dei consigli sulle domande più comuni che un giocatore alle prime armi inevitabilmente si pone.
Ciò che mi premeva era far conoscere il golf sul web anche a chi non aveva mai sentito parlare di questo sport, attraverso dei video che trattassero di vari argomenti, compresa la storia dei grandi campioni e senza disdegnare qualche barzelletta! Probabilmente sono un tipo pervicace e ancora oggi insisto con le stesse motivazioni.”
Quali sono i suggerimenti che dai ai futuri appassionati di golf?
“Non disdegno i gesti apotropaici che incoraggino il giocatore a non mollare nei momenti negativi, ma allo stesso tempo tengo sempre a ricordare che possiamo fare il meglio di noi, senza sfidare troppo la sorte; ai principianti troppo audaci, che sono la maggior parte, ricordo sempre che “quando il coraggio si unisce alla sfortuna viene fuori una tragedia”.”
Non è male come suggerimento! E nelle tue video lezioni come si concretizza questo approccio al gioco?
“Nei video cerco di dare dei consigli semplici, su temi molto dibattuti da decenni e che oggi pensiamo possano essere degli assiomi; solo dopo questa fase, consiglio di costruire un gioco anche articolato ma gestibile con le proprie esclusive risorse.”
Come si coniuga la necessità di parlare al pubblico potenzialmente indefinito del web e dei social network con le differenti caratteristiche e necessità che ogni persona porta con sé?
“Ovviamente affrontare tematiche complesse con le tecnologie web attuali è impossibile, ogni persona è unica e un buon consiglio deve sempre essere personalizzato per il giocatore. Con questa premessa, ho deciso di non addentrarmi nella selva oscura “dello swing migliore”, perché lo swing è una cosa personalissima, variabilissima, e cambia ogni volta che cambia il giocatore più vincente del momento.
Trasmettere la passione per il golf è una cosa che mi viene abbastanza bene, ma devo dire che oggi il tempo libero è merce rara. E per giocare a golf è necessario averne una discreta quantità.”
Relativamente alla tua attività di maestro di golf, come gestisci i giocatori neofiti?
“Fino a qualche anno fa mi dedicavo alla gestione di un circolo in Toscana dove ai principianti permettevo di fare gare di quattro buche, usando il tee con ogni colpo. Vedendo volare la palla molto più spesso, si divertivano tantissimo da subito: in un’ora e mezzo arrivavano e tornavano al lavoro, avevano il loro handicap di circolo che vedevano migliorare, e così anche il divertimento andava di pari passo con quella emozione che aiuta i circoli di golf a portare un po’ di soldi in cassa. Tutto questo avveniva senza dare fastidio a quei golfisti che invece di tempo ne avevano tanto, giocavano le loro 18 buche e non si accorgevano nemmeno di quello che stava avvenendo con i principianti.”
Nonostante queste iniziative, comunque molto rare, il golf è uno sport ancora per pochi…
“Penso che molti maestri facciano un lavoro più che buono; è il prodotto golf esistente a non essere più vendibile come una volta. Agli allievi cerco di far capire quanto possa essere bello e divertente giocare a golf anche senza fare le gare istituzionali, divertirsi a migliorare il punteggio anche solo giocando qualche buca, perché se non si ha il tempo di fare nove buche, figuriamoci diciotto, ma questo non significa essere un golfista insipiente! L’essenziale è avere rispetto per il percorso e per l’ambiente in cui ci si trova, ma questa dovrebbe essere una regola di vita.”