giovedì, 20 Novembre , 2025
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Qualifying School Alps Tour: l’Italia al centro del golf europeo che conta

156 giocatori da 20 nazioni, 45 azzurri in gara: al Golf Nazionale e Terre dei Consoli si gioca il futuro della stagione 2026

Ci sono momenti nel golf professionistico che valgono più di un torneo. Momenti dove non si gioca per montepremi o ranking points, ma per il diritto stesso di essere golfista professionista. La Qualifying School è uno di questi momenti – un rito di passaggio brutale e affascinante, dove talento e nervi si misurano sulle 54 buche più decisive dell’anno. E per la sesta volta consecutiva, questo appuntamento cruciale del golf europeo si svolge in Italia, confermando il Paese come piattaforma ideale per forgiare i futuri protagonisti del circuito continentale.

Dal 12 al 14 novembre, sui percorsi del Golf Nazionale a Sutri (VT) e del Terre dei Consoli Golf Club & Resort a Monterosi (VT), 156 concorrenti in rappresentanza di 20 nazioni—45 dei quali italiani—si contendono le ambite “carte” categoria 6 per l’Alps Tour 2026. Signore e signori, ecco la Final Stage della 21ª edizione della Qualifying School dell’Alps Tour, il circuito che negli ultimi vent’anni si è affermato come trampolino di lancio verso il Challenge Tour e, per i migliori, verso il DP World Tour.

I numeri raccontano la portata dell’evento. 70 giocatori ammessi di diritto e 86 provenienti dallo Stage 1 – tra cui 31 italiani qualificati attraverso i tre tornei disputati la settimana scorsa a Golf Club Le Fonti, Conero Golf Club e Golf Il Cerreto di Miglianico. Nei primi due round, i concorrenti si alterneranno tra i due campi, poi il taglio lascerà in gara i migliori 65 e gli ex aequo, che concluderanno l’evento al Golf Nazionale. Al termine, i primi 35 e i pari merito in 35ª posizione riceveranno la carta categoria 6 a tempo pieno per l’Alps Tour 2026, mentre gli altri otterranno la categoria 8 con minori possibilità di gioco. Chi non supererà il taglio finirà in categoria 9 – sostanzialmente fuori dal circuito.

Un campo di battaglia stellare

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Il field della Final Stage è densità pura di talento emergente e veterani in cerca di riscatto. Tra gli iscritti spiccano gli spagnoli José Manuel Pardo Benitez – vincitore dell’Alps de Andalucia 2023 – e Victor Garcia Broto, trionfatore dell’Emilia Romagna Grand Final 2021. Ci sono Manuel Ballesteros (il cognome parla da solo), il francese Arthur J. Ameil-Planchin, il monegasco Sandro Piaget. E poi la pattuglia azzurra di peso: Elia Dallanegra, Alessandro Nardini, Luca Cavalli, Jacopo Albertoni—nomi che frequentano il circuito da anni e puntano alla conferma.

Ma l’elemento più affascinante di ogni Qualifying School sono i giovani emergenti. Tra i 109 dilettanti iscritti, ben 39 hanno meno di 20 anni — ragazzi che vedono nella Q-School il passaggio dall’amatorialità al professionismo, o il tentativo di rilanciarsi dopo stagioni difficili. Tra loro c’è Eugenio Bernardi, 21enne torinese del Golf Club Margara, che si è imposto nello Stage 1 a Il Cerreto di Miglianico, insieme allo spagnolo Alvaro Morales (vincitore al Conero) e allo svizzero Fiorino Clerici (primo a Le Fonti). Per questi ragazzi, le prossime 54 buche valgono un’intera carriera.

Alessandro Pia, Tournament Director della Q-School Alps Tour, ha commentato: “La missione dell’Alps Tour è sempre stata #RaisingGolfStars—dare ai golfisti talentuosi l’opportunità di svilupparsi e progredire verso i massimi livelli del gioco. La Final Stage è dove quel viaggio inizia davvero”.

I campi: Golf Nazionale e Terre dei Consoli

La scelta dei due percorsi non è casuale. Il Golf Nazionale, uno dei più prestigiosi venue da championship d’Italia, è costante presenza nel calendario della Q-School e si trova immerso nella pittoresca regione dell’Alto Lazio. Par 72, layout tecnico che premia precisione e gestione strategica, green complessi che richiedono lettura attenta. È un campo che non perdona errori, ma premia il golf intelligente – esattamente ciò che serve per sopravvivere nel professionismo.

Il Terre dei Consoli Golf Club & Resort, anch’esso par 72, completa il quadro con caratteristiche complementari: fairway generosi ma bunker posizionati strategicamente, rough punitivo, acqua in gioco su diverse buche chiave. I due percorsi insieme offrono un test completo: chi li supera ha dimostrato di avere il bagaglio tecnico per competere settimanalmente nel circuito.

Il sistema delle carte: tutto o quasi niente

Il meccanismo della Qualifying School è spietato nella sua chiarezza. I top 35 e i pari merito ottengono la full card categoria 6, che garantisce accesso a tutti gli eventi dell’Alps Tour 2026. La differenza tra finire 35° e 36° può valere un’intera stagione: chi ha categoria 6 gioca ogni settimana, costruisce ranking, accumula esperienza, guadagna montepremi. Chi ha categoria 8 aspetta chiamate, riempie buchi nei field, gioca quando altri si ritirano. È la differenza tra essere professionista a tempo pieno e vivere in standby.

Chi ha pagato la membership Alps Tour 2025 e ha passato almeno un taglio durante la stagione è esentato dallo Stage 1 e accede direttamente alla Final Stage. Così come i top 15 del World Amateur Golf Ranking, i partecipanti ai World Amateur Team Championships (Eisenhower/Espirito Santo Trophy) negli ultimi due anni, i membri del DP World Tour fino alla categoria 20 e dell’HotelPlanner Tour (Challenge Tour) fino alla categoria 16. Un sistema che premia sia il merito recente (performance 2025) sia il potenziale (ranking amatoriale alto), creando un field estremamente competitivo.

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L’Alps Tour: trampolino verso l’élite

L’Alps Tour esiste dal 2001 come associazione non-profit con una missione precisa: dare ai giovani professionisti l’opportunità di giocare e acquisire esperienza nei tornei professionistici. In oltre vent’anni ha mantenuto la promessa: decine di giocatori passati dall’Alps Tour oggi competono regolarmente nel DP World Tour. Non è la Champions League del golf europeo, ma è la Serie A – il livello dove si impara il mestiere, si costruisce ranking, si attira l’attenzione degli sponsor e dei manager.

La stagione 2026 dell’Alps Tour prevede oltre 20 tornei tra Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Austria. Montepremi totale superiore ai 3 milioni di euro. Non sono cifre da DP World Tour, ma per un professionista emergente rappresentano la possibilità di vivere di golf mantenendo ambizioni di crescita. E soprattutto, rappresentano il percorso strutturato che porta ai circuiti maggiori – più credibile e sostenibile delle speranze vaghe di “farcela” senza piattaforma professionale solida.

Perché l’Italia (ancora una volta)

Per la sesta volta consecutiva, la Q-School Alps Tour si svolge interamente in Italia. Non è solo questione di ospitalità o qualità dei percorsi – è riconoscimento del ruolo che il Paese gioca nello sviluppo del golf europeo. L’Italia offre varietà di campi eccezionale, infrastrutture mature, organizzazione consolidata. Ma offre anche qualcosa di meno tangibile: l’atmosfera giusta per un evento che mischia tensione agonistica e speranza di futuro.

I circoli coinvolti – Golf Club Le Fonti, Conero, Il Cerreto, Golf Nazionale, Terre dei Consoli – rappresentano cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Lazio) e cinque filosofie di golf diverse. Dal links-style al parkland, dal tecnico al scoring, dall’aperto al boscoso. Chi supera questa varietà ha dimostrato completezza di gioco.

Cosa succede adesso

In tre giorni, 156 storie individuali si intrecciano in una narrazione collettiva. C’è il veterano che cerca l’ultima chance prima di appendere i ferri al chiodo. C’è il ragazzino che ha appena lasciato il college americano e punta tutto sulla carta professionale. C’è l’italiano che gioca in casa davanti a famiglia e amici, con la pressione aggiuntiva delle aspettative locali. C’è lo straniero che ha investito risparmi nel viaggio e nell’entry fee (750 euro) e non può permettersi di fallire.

Ognuno con la propria storia, tutti con lo stesso obiettivo: quei “maledetti” 35 posti che separano il professionismo vero dalla limbo delle categorie basse. Le prime due giornate definiranno chi resta e chi torna a casa. Il terzo round, domenica 14 novembre al Golf Nazionale, deciderà chi avrà la carta per sognare in grande nel 2026.

E mentre scriviamo, i giocatori si stanno già scaldando sui driving range, studiando yardage book, testando green speed. Perché in una Qualifying School, ogni dettaglio conta. Ogni colpo può essere quello che fa la differenza. E quando finalmente domenica sera scenderà il silenzio sul 18° green del Golf Nazionale, 35 giocatori festeggeranno. Gli altri ricominceranno a pianificare.

Perché nel golf, come nella vita, c’è sempre un’altra Q-School. Ma questa… questa è adesso. E adesso è tutto quello che hanno.

La Redazione
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La Redazione de Il Circolo del Golf Magazine
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