giovedì, 10 Luglio , 2025
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Gyrotonic® per il golf: la rivoluzione consapevole di Giuliano Polgar

Il Gyrotonic®  per il golf sta guadagnando sempre più attenzione tra i professionisti e gli appassionati di questo sport di precisione. Al Golf Club Parco de’ Medici, Giuliano Polgartrainer certificato dal 2011 – applica un metodo che fonde fluidità, respirazione e consapevolezza corporea per migliorare il gesto atletico del golfista. Ma perché proprio il gyrotonic? E cosa cambia davvero nella performance?

il golfista è un atleta particolare, abituato a convivere con microtraumi da compensazione e spesso poco consapevole del proprio corpo. Il mio obiettivo è rieducare il movimento in modo che diventi naturale, non forzato, e che generi potenza senza stress

Giuliano Polgar

Nel mondo del golf, dove il gesto tecnico è al tempo stesso potenza e precisione, la preparazione fisica ha assunto un ruolo strategico. Se un tempo si pensava che il golfista dovesse semplicemente migliorare la forza del drive o l’equilibrio nel putt, oggi la scienza del movimento ci dice ben altro. L’attenzione si è spostata su flessibilità articolare, consapevolezza del centro corporeo e coordinazione neuro-muscolare. E qui entra in gioco una disciplina ancora poco conosciuta ma altamente efficace: il metodo Gyrotonic®.

Sviluppato dall’ex danzatore ungherese Juliu Horvath, il Gyrotonic®  è un sistema di allenamento che lavora sull’allungamento multidirezionale della muscolatura, con un’attenzione particolare alla colonna vertebrale e al respiro. La sua applicazione al golf è intuitiva per chi comprende l’importanza del movimento a spirale – lo stesso che caratterizza lo swing perfetto. A differenza di altri approcci più lineari o compressivi, il Gyrotonic® mira a liberare il corpo dalle tensioni, a rendere i gesti più fluidi e ad aumentare l’efficienza biomeccanica.

Ma cosa accade quando questo metodo viene applicato in modo mirato a una disciplina esigente come il golf? È ciò che ha voluto scoprire e approfondire Giuliano Polgar, creando la propria “base” nel prestigioso Golf Club Parco de’ Medici. La sua formazione, maturata presso la prestigiosa White Cloud Academy Opera di Roma, comprende anche la Gyrokinesis®, versione “a corpo libero” del metodo, e una solida esperienza come operatore Shiatsu, competenza che rafforza ulteriormente il suo approccio integrato.

Secondo Polgar, “il golfista è un atleta particolare, abituato a convivere con microtraumi da compensazione e spesso poco consapevole del proprio corpo. Il mio obiettivo è rieducare il movimento in modo che diventi naturale, non forzato, e che generi potenza senza stress.” “Grazie a questo tipo di allenamento“, prosegue Polgar, “gli infortuni si riducono notevolmente, e quelli già esistenti si sciolgono con facilità“.

IL CIRCOLO DEL GOLF 32

Sorge allora una domanda chiave, che guiderà questo articolo: può davvero il Gyrotonic® trasformare il modo in cui un golfista si allena, si muove e affronta la gara? Per rispondere, sarà necessario entrare nel cuore del metodo, osservare da vicino le sessioni di lavoro e comprendere gli effetti concreti sulle performance in campo.

La tecnica, il corpo e la spirale: l’applicazione strategica del Gyrotonic® al golf

Nel silenzio della luminosa sala in legno del Golf Club Parco de’ Medici, il respiro guida il movimento. Giuliano Polgar accoglie ogni golfista in uno spazio calibrato per l’ascolto del corpo. Le sue lezioni – individuali o in coppia – sono disegnate su misura, e iniziano sempre da un’attenta lettura della postura e della dinamica del gesto tecnico. Ogni tensione, ogni squilibrio, ogni ipercompensazione viene osservata e poi sciolta attraverso il lavoro sui macchinari Gyrotonic®.

I principali strumenti utilizzati sono la Pulley Tower Combination Unit (una sorta di equivalente “a spirale” del Pilates Reformer) e il Jumping Stretching Board, particolarmente utile per lavorare sull’equilibrio e sulla mobilità delle anche. “Con il golfista – spiega Polgar – lavoriamo moltissimo sulla rotazione multidirezionale del busto, sulla mobilità toracica e sulla consapevolezza del bacino. Ogni movimento dev’essere fluido, ma centrato, libero ma controllato.”

Tra gli esercizi-chiave troviamo il Runner (una sequenza dinamica che simula la corsa ma in spirale, permettendo di attivare il core e rinforzare il sistema di appoggio senza compressioni) e il Sacral Spiral (una sequenza che allena la spirale dello swing a partire dall’osso sacro fino alla cervicale). “Il Runner è eccezionale per i golfisti perché richiama l’azione combinata di rotazione e spinta che si ritrova nello swing,” spiega Polgar mentre accompagna l’allievo a sincronizzare respiro, movimento e direzione.

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Il lavoro si completa spesso con la Gyrokinesis®, praticata senza macchine ma con una sedia, un tappetino e movimenti a corpo libero. Ideale per migliorare la propriocezione e integrare il gesto tecnico in una danza continua di espansione e rilascio. “La Gyrokinesis® è perfetta al mattino o prima di una gara, per risvegliare il sistema neuromuscolare e preparare corpo e mente al campo.”

Alla base di tutto c’è una visione precisa: non un semplice stretching, ma una rieducazione motoria ad alta intelligenza somatica. “Molti golfisti hanno rigidità croniche che li limitano – spiega Polgar – ma spesso non se ne rendono conto finché non scoprono la leggerezza con cui potrebbero giocare. Dopo poche sessioni vedono miglioramenti nella rotazione, nel controllo dell’asse e anche nella distanza raggiunta col drive.

Accanto al lavoro al Parco de’ Medici, Polgar riceve anche nel suo studio privato a Piazza Mancini, uno spazio attrezzato in cui segue anche atleti non golfisti, danzatori, attori e persone in riabilitazione posturale. Tuttavia, il golf resta una delle applicazioni più potenti del metodo. “Perché il golf – dice – è come il Gyrotonic®: un’arte del controllo, del ritmo e della libertà.

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Il golfista consapevole: unarte del corpo “pieno”

La vera rivoluzione del metodo Gyrotonic® applicato al golf non risiede solo nell’originalità dei macchinari o nella bellezza armonica degli esercizi, ma in un principio semplice quanto trasformativo: un corpo vuoto non può generare movimento efficace. Giuliano Polgar lo ripete spesso: “Per colpire con potenza e precisione, il corpo dev’essere pieno. Pieno di presenza, di tono profondo, di respiro. Solo così ogni gesto diventa intelligente, funzionale, economico.

Questa idea di “pienezza” non ha nulla a che fare con la tensione muscolare. È piuttosto una condizione di attivazione diffusa, un’elasticità che nasce dal controllo delle fasce muscolari e dal dialogo costante con il respiro. È qui che Gyrotonic® e golf si incontrano: nella ricerca di un centro stabile, da cui far nascere il gesto, e di una spirale dinamica che trasmetta forza senza rigidità.

Troppo spesso il golfista, anche esperto, si affida alla memoria del gesto, alla forza delle braccia o alla ripetizione automatica. Ma senza consapevolezza, ogni swing rischia di diventare una forzatura, un’imitazione della perfezione. Con il metodo ideato da Horvath invece, il movimento nasce dal sentire: il peso che scivola nel piede giusto, la rotazione che parte dal bacino, il respiro che guida il tempo dello swing.

Non si tratta quindi solo di allenamento fisico, ma di un percorso di conoscenza, di rieducazione al gesto originario. Un gesto che parte da dentro, pieno e consapevole. Ed è forse proprio questa pienezza, più della distanza percorsa dalla pallina, la vera misura dell’evoluzione di un golfista.

Il percorso di Giuliano Polgar

Nel lavoro di Giuliano Polgar, il golf non è solo sport. È una storia da raccontare con il corpo. E non è un caso che, prima ancora di portare il Gyrotonic® sui campi, Polgar abbia attraversato il mondo del teatro sensoriale. “Lì ho imparato che ogni gesto è un messaggio. Ogni movimento, se autentico, racconta qualcosa. Ed è lo stesso con il golf: anche lì si mette in scena una tensione, uno scontro umano.

Trainer dal 2011 in Gyrotonic® e dal 2017 in Shiatsu, Polgar legge il corpo come una mappa energetica in continuo divenire. “Entrambi i metodi – dice – lavorano sui flussi. L’energia si muove nel corpo e si esprime in pulsazioni: yin e yang, forza e cedevolezza. Il movimento deve essere tonico per essere vivo. Gyrotonic® è proprio questo: una movimentazione energetica tonica.

Ma è stato il golf, confida, a dargli la svolta: “Ho iniziato a giocare e mi ha cambiato la vita. Il golf è uno scontro umano, profondo. Ti mette davanti a te stesso ogni volta che impugni il bastone.

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Oggi Polgar applica sequenze codificate del metodo Gyrotonic®circa 50/60 minuti di attivazione motoria completa – al miglioramento della prestazione golfistica. Dai legni al putt, ogni gesto ha bisogno di una base solida. “Il golfista – spiega – spesso entra in campo senza avere percezione reale del proprio corpo. E il Gyrotonic® è perfetto per risvegliarlo, con un lento allenamento psicomotorio che crea connessione interna.

Un lavoro che si evolve: “All’inizio serve allungamento. Il corpo deve ritrovare spazio. Poi si potenzia, e si lavora sulla precisione. Il fine è quello di avere uno swing con meno variabili possibili. Il golf è fatto di movimenti che si ripetono: durante il movimento sequenziale che il giocatore esegue per colpire la palla, il corpo è sottoposto a stimoli opposti. Se il sistema non è integrato, non regge.

Tra i riferimenti fondamentali, Polgar cita David Rasmussen (istruttore di golf PGA) e Juliu Horvath (Gyrotonic Expansion System®), pionieri dello sviluppo del protocollo Gyrotonic® per il golf: fondatori del Gyrotonic® Applications for Golf Players, a loro si deve anche la sequenza di esercizi che rendono unico questo metodo. Il loro lavoro ha aperto una strada che oggi Polgar percorre con sensibilità unica, grazie anche alla propria esperienza sistemica.

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Certo – conclude sorridendo – molti all’inizio pensano sia ginnastica per fighetti, perché viene dal mondo della danza. Ma quando ne senti gli effetti, capisci che è un’arte. Una disciplina che ti cambia. E che può fare la differenza, anche nel modo in cui affronti un putt.

Virginia Rifilato
Virginia Rifilato
Giornalista, redattrice e copywriter. Direttrice del primo magazine dedicato ai circoli di golf italiani.
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